Il maschio performativo è predominante, ma gli esperti avvertono: è tossico come il modello virile tradizionale. Ecco chi è come si comporta.
Se avete già avuto la sfortuna di incontrare sul vostro cammino un maschio performativo sapete benissimo quali sono i rischi che si corrono nell’iniziare una relazione con lui. Ma chi è questo nuovo “caso umano”? Come si comporta? Meglio saperlo riconoscere, così da tenersene alla larga.
Maschio performativo: chi è e come si comporta
Un fenomeno, quello del maschio performativo, che secondo gli esperti è sempre più dilagante. Seppure abbia il pregio di aver superato, o meglio sostituito il maschietto virile a cui eravamo abituati qualche tempo fa, resta un modello “tossico“, che trascina in relazioni altrettanto nocive. Basta capire chi è e come si comporta per tenersene alla larga il più possibile. Ma, procediamo per gradi.
Il maschio performativo si presenta fisicamente e caratterialmente perfetto: abbigliamento e accessori in linea con le tendenze del momento, attenzione alle tematiche di interesse sociale o ambientale e pensiero “politicamente corretto”. In sostanza, è un uomo che costruisce la sua identità su ciò che piace alla donna moderna.
Sedurre è il suo obiettivo, ma lo fa portando in scena un personaggio creato a tavolino, che poco o per nulla rispecchia il suo vero essere. Inoltre, adotta sia strategie che simboli, così da apparire lontano anni luce dai modelli virili tradizionali.
Maschio performativo: i rischi dietro la finzione
Il maschio performativo fa di tutto per distaccarsi dai vecchi stereotipi di mascolinità tossica e questo è un bene, ma lo fa in modo sbagliato. Secondo gli esperti, infatti, non si può fingere per sempre e prima o poi le fondamenta del castello di carta iniziano a cedere. Ed ecco che arrivano le crisi d’identità che lo portano ad attuare comportamenti come il ghosting o il lovebombing.
Se dovesse capitarvi di incontrare un uomo a dir poco perfetto, che si veste alla moda ed è preparato su tutti gli argomenti di interesse sociale o ambientale, vi conviene drizzare le antenne. Meglio una mascolinità autentica, vulnerabile e libera rispetto all’ennesimo personaggio fake che, tolta la maschera, non sa nemmeno come si chiama.
