Una pratica molto diffusa tra gli automobilisti può trasformarsi in una violazione grave del Codice della Strada, con multa fino a 1.000 euro e sospensione della patente.
Molti automobilisti compiono – ogni giorno – un gesto che può costare caro. Un comportamento che spesso passa inosservato e che, fino a poco tempo fa, pochi avrebbero considerato rischioso. Eppure, secondo le recenti interpretazioni del Codice della Strada, questa semplice abitudine può trasformarsi in una violazione importante, con conseguenze sia pecuniarie che penali, in alcuni casi. Scopriamo di cosa si tratta.
Multa da 1.000 euro e ritiro patente: l’abitudine che ti può costare cara
Una delle abitudini più diffuse tra gli automobilisti italiani riguarda l’ascolto di musica ad alto volume durante la guida, comportamento che molti ritengono non rilevante, ma che può trasformarsi in una violazione grave del Codice della Strada.
La legge è, infatti, molto chiara nel definire ciò che è consentito e ciò che, invece, può comportare sanzioni pesanti, fino a 1.000 euro di multa e alla sospensione della patente.
L‘articolo 155 del Codice della Strada vieta – in ogni caso e in maniera chiara – la produzione di rumori molesti durante la circolazione, sia tramite la modalità di guida, sia attraverso apparecchiature sonore installate a bordo.
Nel dettaglio, l’articolo 350 del Regolamento stabilisce che il livello massimo consentito non superi i 60 LAeq dB(A), valore rilevato a una distanza di dieci centimetri dall’orecchio del guidatore, con il microfono puntato verso la sorgente sonora e con l’abitacolo sigillato, porte e finestrini inclusi.
La legge è altrettanto severa per quanto riguarda l’utilizzo di dispositivi che possano ridurre la percezione dell’ambiente esterno. L’articolo 173 del CdS vieta l’uso di apparecchi che costringano il conducente ad allontanare le mani dal volante o di cuffie che isolino completamente l’udito. È consentito solo l’uso di un singolo auricolare, proprio per evitare che la musica impedisca di avere attenzione su strada e sui rumori esterni.
Sanzioni salate e possibili risvolti penali
Sul fronte delle penalità il quadro si irrigidisce notevolmente: per una prima contestazione si può incorrere in una sanzione che oscilla tra 250 e 1.000 euro, accompagnata dalla perdita di cinque punti sulla patente e dalla sospensione del documento di guida per un periodo compreso tra quindici giorni e due mesi.
A complicare ulteriormente il quadro può intervenire l’articolo 659 del Codice Penale, relativo al disturbo della quiete pubblica: se la musica diffusa dal veicolo crea disagio alla collettività, il conducente può essere perseguito penalmente.
I controlli da parte delle forze dell’ordine avvengono attraverso una doppia modalità. Da un lato, la misurazione tecnica del livello sonoro mediante fonometro; dall’altro, una valutazione concreta della capacità dell’automobilista di percepire sirene, clacson e altri segnali indispensabili. Se la musica risulta udibile dall’esterno o il conducente mostra una reattività ridotta, gli agenti possono procedere alla contestazione immediata.
Per evitare problemi è fondamentale mantenere il volume a un livello simile a quello di una normale conversazione. In città, vicino a incroci, ospedali e in orari notturni, è importante abbassarlo ulteriormente, per tutelare se stessi e gli altri.
