Il 23 luglio 2014 lo stato dell’Arizona ha eseguito la condanna a morte di Joseph Rudolph Wood, 55 anni, ma le sostanze contenute nell’iniezione letale ci hanno messo quasi due ore per ucciderlo.

Joseph Rudolph Wood è stato condannato a morte a Tucson, in Arizona, il 23 luglio 2014. La condanna risale al 1991 per l’omicidio, nel 1989, della fidanzata e il padre di lei.

Secondo i giornalisti che hanno assistito all’agonia, il prigioniero Wood rantolava,

“sembrava un pesce che si dimena sulla spiaggia”.

I suoi avvocati, che in precedenza avevano chiesto inutilmente di conoscere le sostanze che sarebbero state usate, hanno cercato di presentare appello dopo aver visto il loro assistito soffrire, ma senza successo.

L’esecuzione è cominciata alle 13.52 locali (le 22.52 italiane). All’inizio Wood è stato sedato, ma alle 2.02 si è risvegliato, Raccontano i legali:

“La bocca ha cominciato a muoversi e Wood ha continuato a respirare, rantolando e ansimando per oltre un’ora. Alle 3.02 lo staff della prigione ha eseguito una rivalutazione per sedarlo e ha constatato che era ancora vivo”.

Secondo l’ufficio del procuratore generale dell’Arizona, Tom Horne, Wood è stato dichiarato morto alle 15.49, un’ora e 57 minuti dopo l’inizio dell’esecuzione.

Secondo la governatrice Jan Brewer l’esecuzionedi Wood è comunque avvenuta in maniera legale, ma intanto è stata aperta un’inchiesta. Sulle iniezioni letali e sui farmaci che vengono usati dopo che l’Unione europea ne ha vietato l’esportazione negli Stati Uniti, è in corso un dibattito sempre più ampio. S

oprattutto in seguito ad altre due controverse esecuzioni in cui i condannati sono morti dopo una lunga agonia.

Emanuela Bertolone.

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ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2022 9:13


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