La commedia Pane e Burlesque, uscita nelle sale cinematografiche il 29 Maggio, è stata molto apprezzata dal pubblico grazie alla bravura della regista Manuela Tempesta e ad un cast d’eccezione composto da Laura Chiatti, Sabrina Impacciatore, Michela Andreozzi, Fabrizio Buompastore e Giovanna Rei.

La trama del film Pane e Burlesque narra di un paese del Sud Italia che naviga in cattive acque da quando la fabbrica di ceramiche Buontempi ha chiuso. I suoi ex operai giocano al fantacalcio nella storica sezione del centro mentre la piccola merceria di Vincenzo e di sua moglie Matilde, dove lavora anche Teresa, non riesce più ad andare avanti fino a quando, un giorno, succede qualcosa di inatteso: una Citroen Pallas vecchia e scalcinata si ferma sgommando al centro della piazza. Davanti ad un paese incuriosito, scendono le Dyvettes, quattro artiste di Burlesque piuttosto eccentriche capeggiate da Giuliana, in arte Mimì La Petite, tornata nel suo paese d’origine. Guarda il trailer del film Pane e Burlesque.

Il film ha riscosso numerose conferme dal pubblico e dalla critica e la redazione di Donna Glamour ha avuto l’onore di intervistare la regista Manuela Tempesta.

Com’e’ nata l’idea del film “Pane e Burlesque”? Ho avuto quest’idea nel 2010. Volevo raccontare la crisi economica e le difficoltà che stavamo vivendo, osservando la realtà italiana da un punto di vista femminile. Sono una donna ed era giusto partire dalle mie riflessioni e dal mio “sguardo” sulla realtà che mi circondava. Così ho pensato fin da subito a quattro personaggi femminili, anzi, cinque, perché per me il ruolo di una donna impegnata nel sociale come Frida (interpretata da Caterina Guzzanti) era fondamentale per mostrare lo spaccato di una società che stava cambiando. A Giuliana ho dato il nome di una mia zia: lei è sempre stata la ribelle della famiglia e ha fatto le sue scelte personali, a dir poco controcorrenti; Matilde l’ho resa un po’ goffa e impreparata ad esibirsi nel Burlesque ma piena di risorse da tirar fuori al momento giusto, Teresa l’ho descritta come una madre di famiglia in crisi col marito ma che si rimbocca le maniche a fin di bene e Viola come una ragazza giovane e spregiudicata, che vuole andarsene in America e lasciare un paese che la giudica.
Infine, ho descritto la mia amata Frida, in onore di Frida Khalo. Nel mio film Frida è una sindacalista impegnata che cerca di “risvegliare le coscienze” di un gruppo di operai licenziati da una fabbrica e dediti al fantacalcio.
A questa prima necessità di racconto ho aggiunto la mia passione per Dita Von Teese e per il Burlesque, soprattutto per quel mondo glamour e retro, fatto di coulotte, piume e autoreggenti che m’intrigava tanto.
Quando ne ho parlato con Massimiliano Bruno, nel 2011 (facevo la sua aiuto regista in un laboratorio teatrale), gli ho subito detto “Vorrei fare un film alla Full Monty, ma tutto al femminile e con il Burlesque”. Lui ne era entusiasta, mi ha risposto che era un’idea geniale, grandiosa e che avrei dovuto girarci un film prima o poi.
Dopo circa un anno ne abbiamo riparlato…Massimiliano, da buon amico, mi ha sempre sostenuto e mi ha incoraggiato a portarlo a termine…A quel punto ho voluto crederci anch’io e gli ho mandato una decina di pagine che avevo scritto e che poi abbiamo sviluppato insieme. Il soggetto era molto lungo, un trattamento oserei dire, più di venti pagine!

Come ti sei preparata per realizzare il film “Pane e Burlesque”? Ho studiato molto: prima di tutto ho frequentato per un anno un corso professionale di Burlesque presso una scuola di Roma, dove oltre ai movimenti di Burlesque (il bump, il grind, lo shimmy, ecc.) e alle “coreografie” sul palco, studiavamo la storia del costume e realizzavamo (cucendoli a mano) alcuni cappellini o dei semplici abiti. Inoltre ho approfondito il mondo delle pin up, un riferimento molto importante anche per le performer di Burlesque più apprezzate. Infine, ho letto alcuni dossier sulla situazione lavorativa in Italia, in particolare dei cassaintegrati. Volevo capire cosa accadeva quando una fabbrica dichiarava il fallimento e l’immancabile chiusura.

Qual è il messaggio che vuoi mandare alle donne con il tuo film “Pane e Burlesque”? Mi piacerebbe mandare un messaggio positivo e di speranza, perché credo molto nelle donne e nel loro potenziale. Lo stiamo tirando fuori, in tutti i campi. Dobbiamo essere fiere delle nostre azioni.

Con un cast quasi tutto al femminile ci sono state incomprensioni? Ci sono state delle giornate più dure delle altre, perché, come ha già dichiarato qualcuno, le protagoniste erano spesso “capricciose e turbolente”. A volte ero basita per ciò che accadeva sul set ma non ho mai perso la calma. Sono rimasta sempre concentrata sul film e su ciò che occorreva tirar fuori dai miei attori. Io sono una persona leale, corretta, ho sempre fatto le mie proposte e ho sostenuto il mio cast. Il compito di un regista è anche questo.

Come hai scelto il cast del film “Pane e Burlesque”? Cercavamo delle donne molto diverse tra loro. Giuliana la volevamo comica e con un fisico molto particolare, Matilde ci piaceva più imbranata ma in grado di trasformarsi, Viola ci serviva bella e sfrontata. Dopo alcuni incontri, abbiamo pensato che avessimo trovato attrici giuste. Sono particolarmente felice della scelta di Sabrina perché abbiamo lavorato benissimo insieme ed è stata bravissima!

Hai focalizzato la tua attenzione sul ruolo fondamentale della donna ai tempi della crisi. Secondo te siamo più brave degli uomini ad affrontare le difficoltà? Credo che le donne siano le nuove protagoniste del nuovo millennio e lo stanno dimostrando. Inoltre, le donne lottano, non si arrendono mai, sono determinate e s’impegnano molto nelle cause in cui credono. Questo aspetto mi piace moltissimo e ho cercato di sottolinearlo nel mio film. Insomma…noi donne non molliamo mai!

Ci racconti un aneddoto simpatico accaduto durante le riprese del film “Pane e Burlesque”? Jean Pierre, il cane di Giuliana/Sabrina Impacciatore, non rispondeva ai comandi…Io lo chiamavo verso sinistra e lui andava verso destra…Era davvero difficile interagirci perché non era addestrato. Comunque era anche buffo ciò che faceva….surreale oserei dire, ci faceva sorridere. Sul set, però, avevo dei ritmi serrati e un cane non addestrato non mi ha certo agevolato… Comunque, io amo moltissimo gli animali e, alla fine, avrei voluto tenerlo con me e regalarlo a mia sorella Susanna.

Si ringrazia Katya Marletta Press Agent per l’intervista.

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ultimo aggiornamento: 8 Marzo 2022 11:20


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