Annusare per poi mordere: il primo appuntamento oggi è una sorta di compravendita, che l’esperta di relazioni dell’Huffington Post, Susan Winter, giudica più stressante della corsa dei tori di Pamplona.

“Caspita!”, mi sono detta. “Susan Winter è una coraggiosa o una matta?”. Perché, quando ho letto questo titolo sull’Huffington Post Usa, non ho potuto fare a meno di immaginare, prima ancora di buttarmi nella lettura affamata, qualche risposta relativa alla tanta succulente scoperta di cui si parla: cosa una donna avrà mai imparato, dopo essere uscita con 98 uomini in 9 mesi? La fantasia galoppava a briglie sciolte, dunque ho realizzato che fosse meglio approfondire l’articolo, e scoprirlo. E, devo dire, ci ho trovato idee interessanti, che vi voglio riproporre.

A scrivere è la famosa Susan Winter, esperta di relazioni, che nel suo post (http://www.huffingtonpost.com/susan-winter/dating-9-months-98-men_b_5511811.html) mette in guardia dalla cattiva moda del primo appuntamento, diventato ormai come l’asta del miglior prodotto al miglior offerente. La Winter, nel suo articolo, esordisce secca: lei odia i primi appuntamenti. Quelle occasioni in cui si flirta, sostiene, “annusando” l’altro per cercare di capire se chi abbiamo davanti sarà buono da “mordere”.

Situazioni, insomma, tutt’altro che piacevoli, almeno per il suo palato fino. Il primo mito da sfatare, secondo la nostra esperta, è infatti quello che vuole che le prime uscite, per noi donne, siano divertenti. Assolutamente no: la Winter ne fa una questione di portafoglio. A costo di apparire al meglio delle proprie possibilità si va giù decise con un abitino nuovo o con la messa in piega; mentre nel caso degli uomini non si bada a spese per il posto dell’incontro, e via di cene luculliane a cinque stelle. Niente di più innaturale.

Fin qui, la teoria. Ora viene il bello, la pratica. Sarebbero esperienze ripetitive, alle quali Susan Winter dice di essersi sempre tenuta lontana. Eppure, visto che in famiglia le hanno sempre rimproverato questa ritrosia alle uscite in serie, ha deciso anche lei di buttarsi nella mischia. E di mischia si tratta, dal momento che è uscita (niente intimità, tiene a precisare) con 98 uomini in 9 mesi.

Complimenti, Susan. Non si può dire che non ci abbia messo impegno. La sua vita, racconta ironica e un tantino afflitta, si è concentrata in diversi ristoranti di Manhattan e davanti a infiniti caffè da Starbucks. Per 3 volte alla settimana si vestiva allo stesso modo e andava a conoscere un nuovo corteggiatore: si sedeva, ascoltava, iniziava a odiare la situazione, beveva per dimenticare.

Tutto questo, allo scopo di imparare cosa? Innanzitutto, riassume, che i maschi ai primi appuntamenti sono soliti montare una vera e propria“parata”: parlano delle persone famose che conoscono e sottolineano la loro posizione professionale, in particolare se di potere o carica di responsabilità. Poi è la volta dei loro innumerevoli viaggi, delle loro case posizionate in ottime location, delle loro auto se di un marchio noto. Nel mezzo di questa parata, intanto, si aspettano che le donne reagiscono sorprese da tanta magnificenza, lasciandosi scappare ,ogni tanto, un ammirato: “Oh, ma davvero?!”. E sono sinceramente preoccupati di fare buona impressione al loro pubblico, attraverso questa strategia di auto-promozione. Stessa cosa per le donne, che si agghindano con i migliori propositi per giocarsi la carta dell’attrazione fisica in primis: è la buona fattura ciò che viene loro richiesta sin da subito. Susan Winter afferma che non ci sta: “Come faccio a propormi giocando la carta del sesso, se non so se voglio davvero il tale che ho davanti?”.

Cara Susan, su questo punto devo dissentire: ne bastava anche uno solo di uomo, non 98, per ricordarti che l’elemento-corpo in un rapporto è basilare, e non sempre in negativo. Comunque, in pratica, la Winter critica il vendersi attraverso l’esposizione dei propri “giocattoli” allo scopo, completamente ribaltato, di guadagnarsi qualcosa di immateriale, ovvero l’affetto e la stima di qualcuno. Verissimo, anche se i tempi sono poi quelli che sono (sospiro!). La conclusione che Susan Winter, alla fine, ci propone è un po’ la premessa: le prime uscite, per lei, risultano peggio degli sport estremi. Peggio dell’inseguimento dei tori a Pamplona, addirittura! Cosa dedurre da tutto questo? Che nei primi appuntamenti, sostiene, si dovrebbe evitare di giocare, disfandosi così dello stress da prestazione. Vale ancora presentarsi per come si è, sicuri della persona che si è. Perché i legami, se è destino che si creino, procedono con naturalezza. Personalmente credo possiamo dirci tutti d’accordo: “minimo sforzo per massimo risultato” è la regola d’oro dei primi approcci sentimentali.

Una cosa, però, vorrei sapere da Susan Winter, che non ci ha svelato nel suo post: come fare, per trovare tutti quei corteggiatori? Già questa, prima ancora delle uscite degne del bungee jumping, per molte di noi sarebbe un’attività ad alto tasso di stress. Quando la fama aiuta, più o meno della fame. Vi pare?

Giovanna Boglietti.

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ultimo aggiornamento: 23 Marzo 2022 9:14


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