IMU 2026, bonus sulla seconda casa: tutti i dettagli 

IMU 2026, bonus sulla seconda casa: tutti i dettagli 

Arriva il Bonus IMU 2026 sulla seconda casa: tutte le novità in merito a questa agevolazione e chi può b beneficiarne.

Negli ultimi anni il tema dell’IMU, imposta municipale unica sugli immobili, è tornato al centro del dibattito fiscale italiano, soprattutto per quanto riguarda le seconde case. Tra le novità più discusse figura il cosiddetto Bonus IMU sulla seconda casa, un’agevolazione che può alleggerire in modo significativo il peso dell’imposta per molti contribuenti.

IMU 2026, il bonus sulla seconda casa: cosa cambia

L’IMU, come molti di voi saprete, non si applica alla prima casa, salvo che rientri nelle categorie catastali di lusso (A/1, A/8, A/9), ma grava pienamente sugli altri immobili.

Negli ultimi mesi, tuttavia, la normativa ha subito un cambiamento importante grazie alla sentenza n. 209 del 3 ottobre 2022 della Corte Costituzionale, che ha ridefinito il concetto di abitazione principale.

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Oggi, dunque, può essere considerata abitazione principale anche una seconda casa, se utilizzata come residenza anagrafica e dimora abituale da uno dei coniugi per ragioni di lavoro e necessità personali. Ciò significa che, pur rimanendo formalmente una seconda abitazione, in questi casi l’immobile non è più soggetto al pagamento dell’IMU.

Per accedere al bonus è, però, indispensabile fornire prove reali della residenza effettiva e dell’utilizzo costante dell’immobile: tra queste, possiamo annoverare documenti anagrafici aggiornati, consumi delle utenze domestiche o altre attestazioni che confermino la reale presenza del coniuge nella casa in questione.

Sconti fino al 50% per immobili inagibili o non utilizzati

Un’altra importante riduzione dell’IMU riguarda le abitazioni dichiarate inagibili e/o inabitabili, cioè quegli immobili che, a causa di danni strutturali e condizioni di degrado, non possono essere utilizzati.

In queste circostanze, il tributo può essere dimezzato del 50%, purché la situazione sia certificata da una perizia tecnica redatta da un professionista e/o dall’ufficio comunale competente.

La condizione di inagibilità deve essere, dunque, documentata: in alternativa alla perizia, è possibile presentare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio corredata da fotografie, relazioni tecniche o altri elementi oggettivi che attestino le condizioni in cui l’immobile versa.