Il tribunale ha scagiona il cantante Massimo Di Cataldo dall’accusa di procurato aborto ed archivia la denuncia per maltrattamenti. Adesso è l’ex compagna, Anna Laura Millacci a rischiare grosso

Massimo Di Cataldo può tirare un sospiro di sollievo dopo aver passato quasi due anni a cercare di convincere tutti di non essere il mostro descritto dall’ex compagna, Anna Laura Millacci, che lo denunciò per maltrattamenti e procurato aborto.

Il tutto risale al luglio del 2013 quando la Millaci pubblicò su Facebook alcune immagini del suo volto tumefatto e di un feto abortito.

La sua accusa era chiara: a causare la morte del piccolo e a riempirla di botte era stato il compagno Massimo Di Cataldo che nel frattempo stava ritirando un premio. All’istante, il profilo di Di Cataldo fu subissato di insulti, su giornali e tv non si parlava d’altro. I telegiornali nazionali avevano riportato le immagini della donna violentemente picchiata e tutti immediatamente puntarono il dito contro Massimo Di Cataldo.

Il giorno dopo la denuncia iniziò il processo ma il cantante si dichiarò sempre innocente.

Il tribunale di Roma gli ha dato ragione, non una, ma due volte. La prima lo scorso ottobre, quando venne prosciolto dall’accusa di procurato aborto dopo che la perizia medica evidenziò che non c’erano tracce di lesioni, la seconda ieri: archiviata anche l’inchiesta per maltrattamenti.

E mentre la Millacci si è opposta all’archiviazione, Di Cataldo ha chiesto di farla incriminare per simulazione di reato e calunnia. L’avvocato di Massimo Di Cataldo ha depositato una perizia fotografica che dimostrerebbe che non c’è compatibilità tra le tracce ematiche presenti sul volto e le percosse riferite: si tratterebbe di un clamoroso falso.

Ora la battaglia legale procede ma sul banco degli imputati non c’è più il cantante, ma la ex compagna che, fa sapere Massimo Di Cataldo, oltre ad avergli rovinato la vita, gli ha rovinato la carriera.

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ultimo aggiornamento: 30 Gennaio 2015 11:02


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