Impazzano in Rete i selfie #WeAreAllMonkeys, per dire no con il calciatore Dani Alves al razzismo.

Che se ne parli bene o male, parafrasando Wilde, l’importante è che se ne parli. Dani Alves sarebbe d’accordo. E io, lo ammetto, di selfie amo parlare.

Non soltanto perché la moda dell’autoscatto irrompe in forme diverse tra le maglie della Rete, con alterne fortune, ma perché dietro a quella che può essere interpretata come la folle e un tantino triste propensione all’auto-celebrazione, si possono nascondere risvolti più che interessanti.

Faccio un passo indietro: pensateci, tempo fa spopolava la Nek Nomination: tutti obbligati a ingozzarsi come tacchini, deglutendo pinte di birra per gioco. (E qualcuno è morto, per questo gioco).

Poi, è arrivato l’annuncio: sarà mania Bikini Bridge, un’estate presa a fotografare il bollente pezzo inferiore del costume teso tra le anche. (Signorine, contegno!)

In questi giorni, invece, si fa un gran parlare dell’UnderBoobs, la ripresa di uno spicchio di seno che ammicca sotto la maglietta. Che dire? Ben strano, il voyeurismo di nuova generazione: non deve muovere un dito per evolversi, ci pensano le vittime volontarie di una perversione visiva senza precedenti.

Eppure, come sempre più spesso accade, sembra che la Rete dopo aver sputacchiato fuori esempi poco virtuosi, cerchi di tamponare con altre soluzioni. Pregevoli, va detto.

La Book Nomination, ad esempio: via di citazioni, poesie e passi di romanzi! Mica male questa prova, culturalmente parlando.

Mentre per rispondere all’UnderBoobs, si sta sviluppando un genere di selfie davvero artistico: consiste nel nascondersi il viso con la copertina di un libro, di un cd o vinile. I risultati sono fantasiosi e molto curati. Non vi deluderanno!

Ma – ed è il selfie che ha ispirato questo articolo – a dilagare su Internet è la campagna nota #SayNoToRacism e #WeAreAllMonkeys, cresciuta dopo l’offesa ricevuta da Dani Alves durante una partita, domenica scorsa.

Il giocatore di colore del Barcellona s’è visto lanciare in campo una banana e lui, con grande stile, le ha dato un morso, per poi continuare l’azione di gioco.

Una lezione che ha innescato la moda in corso: tutti (da Balotelli a Matteo Renzi) a farsi fotografare con una banana in mano, se addentata ancor meglio.

Un selfie per dire “no al razzismo” è quello che mancava, nella serie di correzioni che le tendenze, a volte per fortuna, cuciono e scuciono da sole. Voi parteciperete? Io sì.

Giovanna Boglietti.

Guarda cosa accadde oggi.

[jwplayer player=”1″ mediaid=”14006″]

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 21 Febbraio 2022 10:38


Festival di Cannes 2014: Giuria al Femminile

Hip Hop Watches: le nuove Collezioni Primavera Estate 2014