Per la prima volta, i ricercatori hanno ricreato l’Alzheimer in provetta in laboratorio le cellule del cervello umano che sviluppano la malattia di Azheimer

Rudolph Tanzi, ricercatore del Massachussets General Hospital di Boston, ha creato un vero e proprio  ‘Alzheimer in provetta’.

Le cellule cerebrali modificate, non solo hanno creato le connessioni tipiche del cervello umano, ma hanno sviluppato anche le placche e gli ‘ammassi’ di proteine tipici della malattia, un modello su cui si potranno studiare le possibili terapie.

Fino a questo momento, per gli studi sull’Alzheimer si usano topi geneticamente modificati per sviluppare la malattia, che però rispondono in maniera diversa rispetto all’uomo. Per la prima volta, i ricercatori hanno ricreato in laboratorio le cellule del cervello umano che sviluppano la malattia di Alzheimer.

I neuroscienziati del Massachusetts General Hospital di Boston, negli Stati Uniti, sono riusciti a riprodurre nelle capsule di Petri le strutture tipiche del morbo, in una svolta nelle prospettive della ricerca sulle cure.

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Il ricercatore ha fatto crescere delle cellule cerebrali con i geni per sviluppare l’Alzheimer in un gel all’interno di una piastra di Petri, e in poco tempo ha ottenuto un network neurale che ha sviluppato prima le placche amiloidi, causate dall’accumulo di proteine, e poi gli ‘ammassi neurofibrillari’ tipici della malattia che invece nei topi non si formano. L’esperimento continuerà con il test di 1200 farmaci già sul mercato e 5mila sperimentali utilizzando le cellule ottenute in questo modo.

Consentendo così un decisivo passo in avanti per studiare il morbo di Alzheimer e per la ricerca sui farmaci; finora, infatti, i ricercatori avevano dovuto usare dei topi come cavie, che contraevano solo una forma imperfetta della malattia.

La chiave del loro successo sarebbe stata la decisione di far crescere le cellule in un gel, dove hanno potuto formare delle reti neuronali come in un cervello reale.

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ultimo aggiornamento: 13 Ottobre 2014 18:12


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