La fobia scolare, la crisi di rigetto dei banchi, colpisce quasi 2 bimbi su 100. Come vincere ansia, vomito e crisi di panico? Affidandosi a specialisti
Le scuole ormai hanno riaperto i battenti un po’ dappertutto, da Nord a Sud. Se nel primo giorno, ma anche nel secondo o nel terzo, è normale che i piccoli scolari non siano troppo entusiasti del fatto di tornare tra i banchi, in alcuni i casi ci si può trovare di fronte ad un vero e proprio rifiuto della scuola da parte del bambino. Tra i casi più delicati c’è il passaggio dall’asilo alla prima elementare: la scuola per i piccoli non è più solo ed esclusivamente un momento di gioco, di gioia e di divertimento, ma diventa occasione di valutazione, di confronto, di studio e apprendimento in molti casi vissuto come forzato.
Sono però soprattutto i bimbi che non hanno frequentato la scuola materna a soffrire maggiormente, proprio perché niente affatto abituati a vivere tra i banchi, lontano dai genitori e dalle loro abitudini. Si calcola che quasi il 2% dei bambini che iniziano la scuola elementare vivano come un trauma il loro “debutto”. Ma quali sono i sintomi della crisi di rigetto di banchi e libri? Come fa una mamma ad accorgersi delle difficoltà del proprio piccolo?
Anzitutto dal senso di angoscia vissuto già la sera prima o al momento di andare a dormire, che perdura fino al mattino. Al di là delle crisi di pianto comuni a molti bimbi, quelli con maggiori difficoltà a integrarsi tra i banchi sono anche quelli che si rifiutano – o fanno di tutto per evitare – di uscire di casa, di salire o in auto o sullo scuolabus, e che accusano vere e proprie crisi di panico una volta giunti davanti al portone della scuola. Nausea, vomito, disturbi gastrointestinali e palpitazioni sono altri sintomi del trauma in corso, che recedono magicamente quando il piccolo torna a casa magari grazie a un permesso. La fobia scolare, in questo caso, sparisce per incanto e per qualche ora è possibile apprezzare di nuovo il proprio figlio in tutta la sua gioia e vitalità. Ma non durerà molto: il giorno dopo, stessa storia e stesse crisi.
Cosa deve fare una mamma per aiutare il bimbo a vincere le sue paure? Affidarsi a un aiuto professionale. Lo stesso bambino seguito a casa privatamente non ha problemi. Le sue difficoltà sono legate all’inserimento in classe. È opportuno in primo luogo determinare se la fobia scolare sia determinata da qualche trauma o problema psicofisico del bimbo, se ad esempio ci sia qualche altro trauma a monte oppure se il piccolo si senta inadeguato al nuovo compito, se si senta bloccato dalla paura di fallire.
In questo caso bisogna aiutare il piccolo studente a vincere le sue paure e le sue convinzioni negative, favorendo l’inserimento scolastico con gradualità. Fondamentale l’aiuto di uno specialista, a cui rivolgersi senza indugio.