Quanto è al sicuro la nostra privacy online? La verità è presto detta: per nulla. E non paliamo certo di spionaggio o di hacker, ma di piccoli e semplici accorgimenti quotidiani da adottare…

Cosa siamo disposti a sacrificare per restare sempre connessi? Molto spesso la risposta è la privacy online. Fin troppe volte scarichiamo un’app o accettiamo termini e servizi di un sito senza nemmeno leggerli bene (o addirittura senza nemmeno leggerli). Se offline facciamo tutto per bene, prestando attenzione a non lasciare tracce del nostro passaggio, online, invece, le cose sono diverse: abbiamo fretta, non abbiamo voglia di perdere tempo e ciò che ci rimette è la privacy, che viene svenduta senza alcuna considerazione.

Da una parte, abbiamo la percezione crescente che siamo costretti a cedere i nostri dati, la notra privacy, pur di navigare; dall’altra invece, colossi come Apple fanno un passo indietro in questo senso, negando all’FBI l’accesso al telefono di uno dei suoi clienti. Ci siamo abituati a non cliccare mail sospette, abbiamo preso confidenza con gli antivirus, ma ancora non è abbastanza. Ecco come possiamo rimediare e tutelare la nostra sicurezza (e privacy) e quella della nostra famiglia.

3 strumenti user-friendly per tutelare la privacy online

1. Crittografare i messaggi. Come ci suggerisce 1&1 – l’azienda nota come uno dei principali provider mondiali di web hosting – non tutti ne sono a conoscenza, ma ci sono molte alternative a Whatsapp, per chi vuole pensare ad una messaggistica un po’ più sicura. È l’app più famosa di tutte, e per questo anche la più presa di mira.

Protetta da crittografia, non è invulnerabile al 100%: i metadati, come i numeri di telefono e le informazioni di contatto, vengono conservati. Ciò che l’app protegge e non conserva, invece, sono le conversazioni. Non si esclude, tuttavia, che informazioni come l’operatore utilizzato e la frequenza d’uso dell’app, possano finire tra i dati di Facebook (che ha acquisito WhatsApp).

DONNA TELEFONO RISATA

2. Attenzione a browser e motore di ricerca. Sembra una banalità, una fatica inutile, ma è indispensabile per proteggersi un po’ di più navigare in incognito. Oppure, usare browser come SRWare Iron, programmato sulla base di Chrome, ma senza i suoi codici di monitoraggio.

Se una personalità come Edward Snowden consiglia un browser open-source (come Tor Browser Bundle o Midori) è meglio fidarsi. Non si è sicuri al 100%, ma almeno i nostri dati non sono alla mercé di tutti.

Se no, cambiate motore di ricerca o implementatelo. Il motore di ricerca DuckDuckGo, ad esempio, non registra le query di ricerca per profilare gli utenti; l’estensione F-Secure Safe Search, invece, dà una valutazione della sicurezza di ogni risultato, in modo che sia anche kids-friendly.

3. Autenticazione a due fattori o 2FA. Al login di un qualsiasi account online, dopo aver inserito nome utente e password, sarà necessario compilare un terzo campo, fornito al proprio telefono in un secondo momento (via SMS, e-mail o come da voi indicato). Colossi come Google, Facebook, Amazon, PayPal la supportano.

Generalmente, fornite le vostre informazioni personali, solo se è strettamente necessario.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 30 Maggio 2018 19:10


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