Come cambierà l’ISEE: le ipotesi sul tavolo e gli effetti sui principali bonus

Come cambierà l’ISEE: le ipotesi sul tavolo e gli effetti sui principali bonus

Il governo prepara una riforma complessiva del sistema dei bonus: nuovi criteri di calcolo dell’ISEE. Le ipotesi e gli eventuali effetti.

Il governo Meloni si prepara ad intervenire sull’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, meglio conosciuto come ISEE, strumento fondamentale per ottenere bonus ed agevolazioni sociali. Tale decisione, elaborata in vista della prossima Legge di Bilancio, è quello di rendere il sistema più equo e funzionale, evitando sovrapposizioni e disparità che, negli ultimi anni, hanno reso complessa la distribuzione dei sostegni economici. Scopriamo, dunque, le ipotesi sul tavolo.

Perché si punta a una riforma del sistema ISEE

Attualmente, l’ISEE rappresenta la base per determinare il diritto a prestazioni come l’Assegno Unico, il bonus asilo nido, i contributi per l’affitto o le agevolazioni sulle bollette. Viene calcolato attraverso la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), che raccoglie dati su redditi, patrimoni e composizione familiare, restando valida fino al 31 dicembre di ogni anno.

Tuttavia, la fotografia economica che ne risulta non sempre riflette in modo realistico le condizioni delle famiglie italiane, penalizzando in particolare il ceto medio.

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Secondo fonti dell’esecutivo, la riforma punta a correggere le distorsioni del sistema, che – in alcuni casi – “blocca” l’accesso ai bonus per chi possiede una casa o piccoli risparmi, pur trovandosi in difficoltà economiche.

A questo proposito, il vicepremier Matteo Salvini ha ribadito la necessità di escludere la prima casa dal calcolo dell’ISEE, considerandola un bene primario e non indice di ricchezza. Al momento, il valore dell’abitazione principale è già parzialmente detratto: sono, infatti, esclusi i primi 52.000 euro del valore IMU, con una maggiorazione di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo.

La ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha spiegato che il lavoro del tavolo tecnico-politico sta proseguendo “a ritmo serrato” per costruire un sistema capace di sostenere la natalità e favorire un modello sociale in cui un figlio sia un valore aggiunto e non un ostacolo per la famiglia.

Bonus, incentivi e nuove esclusioni dal calcolo

Negli ultimi due anni sono già state introdotte alcune modifiche importanti: i titoli di Stato, come i buoni fruttiferi postali e le obbligazioni, non vengono più conteggiati nel patrimonio ISEE fino ad un massimo di 50.000 euro per nucleo familiare.

Inoltre, il governo ha confermato nuovi incentivi per le madri lavoratrici, che entro fine anno riceveranno un contributo netto di 480 euro, a condizione di avere un ISEE non superiore a 40.000 euro. Il bonus, ha precisato Roccella, non inciderà sull’importo dell’Assegno Unico, così come già avviene per il bonus nido e i contributi alla natalità.

L’Osservatorio INPS sull’Assegno Unico segnala che, tra gennaio e luglio 2025, le famiglie italiane hanno ricevuto 11,5 miliardi di euro in erogazioni, con un importo medio di 172 euro per figlio.