Climatizzatori al posto della caldaia: si risparmia davvero? La verità

Climatizzatori al posto della caldaia: si risparmia davvero? La verità

Climatizzatori e caldaia, tra promozioni, consumi reali e costi nascosti, cosa conviene davvero nei mesi invernali.

In inverno, usare il climatizzatore come principale fonte di riscaldamento è davvero conveniente? Secondo alcuni esperti del settore, sembra che la pompa di calore possa ridurre i consumi fino al 50% rispetto ad una caldaia tradizionale: inoltre, anche grazie all’incentivo da 400 euro, si può acquistare un nuovo apparecchio, ottimizzando i consumi. Ma, al di là della strategia commerciale, vale davvero la pena cambiare abitudini?

Caldaia vs climatizzatori: quale dei due fa risparmiare in inverno?

Per rispondere, occorre sgombrare il campo da luoghi comuni ormai radicati. Il climatizzatore è da sempre associato all’estate, mentre la sua funzione di riscaldamento rimane spesso nel dimenticatoio, nonostante si basi su un principio energeticamente molto efficiente.

L’obiezione più diffusa riguarda quelle abitazioni che non dispongono di un isolamento perfetto o che si trovano in zone fredde, dove il riscaldamento pesa in modo significativo sui bilanci familiari. Eppure, è proprio in questi contesti, che molti iniziano a cercare soluzioni alternative, attratti dall’idea di abbattere – almeno una parte – della bolletta.

Caldaia a gas

Per comprendere dove si collochi la vera convenienza bisogna partire dai dati attuali. A novembre 2025, il costo dell’energia elettrica in tariffa monoraria è pari a 0,1426 euro per kWh, mentre il metano in maggior tutela raggiunge 0,3537 euro per metro cubo. Sono valori di materia prima, quindi privi degli oneri che trasformano il prezzo in bolletta. Eppure, già così emergono dati utili.

Un appartamento ben coibentato di circa cento metri quadrati, in una città del centro Italia come Firenze, richiede in una stagione invernale un fabbisogno medio di 14.400 kWh termici. Una caldaia moderna a condensazione, con rendimento intorno al 90%, consuma circa 1.600 metri cubi di gas l’anno. Un climatizzatore di fascia alta con COP medio stagionale pari a 3,5 impiega invece poco più di 4.100 kWh elettrici per generare la stessa quantità di calore.

Quando la bolletta cambia la prospettiva

Il confronto diretto dei costi della sola energia pura produce un risultato che forse non tutti si aspettano: gas ed elettricità finiscono quasi in pareggio.

La differenza emerge osservando ciò che accade con la bolletta completa. Per l’elettricità, dunque, il prezzo finale è in media due volte e mezzo il valore della materia prima; per il gas triplica. E poiché sulle reti di distribuzione del metano gravano costi strutturalmente più elevati, il totale annuale finisce per sbilanciare la convenienza.

Ricalcolando tutto, la pompa di calore risulta più economica di circa 360 euro l’anno. È una cifra che non trasforma il climatizzatore in un sostituto universale, perché il clima, l’esposizione e il comfort percepito restano fattori determinanti.