L’associazione Casa del Consumatore rifiuta i 5mila euro di Chiara Ferragni: “Offerta irrisoria, andiamo a processo”.
Non si placa la vicenda del Pandoro Gate che vede coinvolta Chiara Ferragni. L’associazione Casa del Consumatore ha infatti rifiutato l’offerta di 5mila euro avanzata dall’imprenditrice digitale, definendola “irrisoria“. Il caso, che riguarda il presunto inganno legato alla vendita dei pandori Balocco a fini benefici, si sposta ora nelle aule di tribunale. A renderlo noto è Giovanni Ferrari, portavoce dell’associazione, che ha confermato l’intenzione di costituirsi parte civile nel processo milanese. Ma scopriamo i dettagli della vicenda.
La proposta rifiutata: “Avremmo voluto un gesto concreto sui social”
Nelle dichiarazioni ufficiali, Giovanni Ferrari ha spiegato che l’associazione non aveva inizialmente chiesto un risarcimento in denaro, ma un impegno concreto da parte dell’influencer per sensibilizzare i cittadini sui diritti dei consumatori.
“In questi anni abbiamo collaborato con influencer del calibro di Cartoni Morti, The Show e Federico Basso – ha dichiarato Ferrari –. Avevamo proposto a Chiara Ferragni di rinunciare alla nostra richiesta di danni a fronte di uno o due reel social per promuovere un’app pubblica dedicata ai consumatori, finanziata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy“.
Secondo l’associazione, l’obiettivo era trasformare il caso in un’occasione di educazione civica digitale, che avrebbe dimostrato un reale ravvedimento da parte dell’imprenditrice.
“Un’offerta irrisoria, non la accettiamo”
La replica di Chiara Ferragni, tuttavia, non è stata quella attesa.
“In tutta risposta – ha affermato Ferrari – abbiamo ricevuto un’offerta di soli cinquemila euro, accompagnata dalla richiesta di rinunciare a contestare ogni altra sua futura iniziativa commerciale o benefica, elementi che nulla hanno a che vedere con il processo“.
L’associazione ha ritenuto la cifra proposta “inadeguata” rispetto ai profitti ottenuti, stimati in 2,7 milioni di euro, e priva di valore riparatorio. “Non accettiamo questa somma – ha concluso Ferrari – sia perché sproporzionata rispetto ai guadagni, sia perché non rappresenta un segnale di cambiamento“.
La Casa del Consumatore ha quindi confermato la volontà di procedere legalmente.
