La morte del giudice Giovanni Falcone è una ferita mai rimarginata nella storia della Repubblica. Dietro la strage che lo uccise, sogni e incubi della giustizia.

L’attentato che ha segnato la fine del magistrato Giovanni Falcone è un pezzo della nostra storia. Un grembo gravido di crimini e ombre, dove gli uomini di mafia si sono sentiti vincitori sugli uomini di giustizia. Ma la strage di Capaci è molto altro rispetto alla battaglia finale di una guerra senza sconti. Quel 23 maggio 1992, che ha visto il destino del giudice palermitano spegnersi tra fumo e macerie, è il giorno in cui si è aperta una nuova frontiera nella lotta alla malavita organizzata.

Chi era Giovanni Falcone?

Giovanni Salvatore Augusto Falcone è nato a Palermo, sotto il segno del Toro, il 18 maggio 1939. È stato ucciso dalla mafia a Capaci, 5 giorni dopo il suo 53° compleanno, nell’attentato che ha stroncato la sua vita, quella della moglie, Francesca Morvillo, e di tre uomini della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Le sue sono origini agiate, erede di una famiglia benestante. Il padre, Arturo Falcone, direttore del laboratorio chimico di Igiene e profilassi del capoluogo siciliano, la madre, Luisa Bentivegna, figlia di un famoso medico. Anna e Maria Falcone le due sorelle maggiori del giudice, nato e cresciuto nel controverso tessuto del quartiere Kalsa (lo stesso di Paolo Borsellino e, tra gli altri, Tommaso Buscetta).

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Chi era la moglie di Giovanni Falcone?

La tragica sorte di Giovanni Falcone è toccata anche alla moglie, Francesca Morvillo. Uniti nella vita, nella professione e nella morte, sono deceduti entrambi in quel folle pomeriggio a Capaci. L’epilogo dell’esistenza di Francesca Morvillo è un sinistro primato: è stata la prima donna magistrato vittima della mafia.

Non si fanno orfani“: è con questa frase, che con il senno di poi odora di presagio, che Falcone ha rinunciato ad avere dei figli insieme alla donna della sua vita.

Francesca Morvillo è nata a Palermo, classe 1945 e una laurea in Giurisprudenza. Ha scelto di lanciarsi nella carriera in magistratura come suo padre Guido e il fratello Alfredo. Prima di incontrare il giudice (1979) era sposata, ma quel matrimonio è finito con una separazione. Falcone era fresco di divorzio dalla prima moglie, Rita Bonnici, a cui è stato legato dal 1964 al 1978. Le seconde nozze del magistrato sono datate 1986.

La strage di Capaci e la morte del giudice

La pagina più nera di quell’epoca è segnata dalla strage di Capaci. Si tratta dell’attentato di stampo mafioso in cui morirono Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta. Era il 23 maggio 1992, un pomeriggio come tanti, di ritorno da Roma. Il jet che li riportava a Palermo atterrò a Punta Raisi intorno alle 16.45.

Il magistrato si mise alla guida della Fiat Croma bianca, la moglie al suo fianco e dietro l’autista, Giuseppe Costanza. A bordo della Croma marrone gli agenti della scorta, sulla vettura azzurra Paolo Capuzza, Angelo Corbo e Gaspare Cervello. Le auto procedevano in questo ordine: in testa la scorta, in mezzo Falcone.

Il corteo blindato aveva appena imboccato la A29 in direzione Palermo, quando il commando di stragisti ultimava le comunicazioni sulle fasi finali dell’attentato.

Il mafioso Gioacchino La Barbera seguì le auto fino allo svincolo di Capaci, al telefono con Giovanni Brusca e Antonino Gioè. Questi ultimi erano in posizione di controllo sulle colline intorno, in attesa del passaggio del giudice antimafia. L’esplosione fu innescata a distanza da Brusca, la cui mano azionò il telecomando (suo il nome alla regia del terribile delitto del piccolo Giuseppe Di Matteo, il cui corpo fu sciolto nell’acido).

500 chili di tritolo scatenarono l’inferno di polvere, lamiere, sangue e un tormento che non si sarebbe mai più sopito nelle coscienze della giustizia. Era il giorno della fine, l’alba di un’era senza Giovanni Falcone. Il suo decesso fu dichiarato alle 19.05, davanti a un’Italia stordita dalle immagini dell’eccidio.

Su quella pagina di morte la firma di Totò Riina. Nel 2019, 27 anni dopo Capaci, sull’onda del processo bis per la strage, il pentito Maurizio Avola si è autoaccusato di aver portato parte dell’esplosivo a Cosa nostra, con l’aiuto del boss Marcello D’Agata. Entrambi sono stati indagati, nella cornice di una nuova pista che porta dritta in America.

Secondo Avola, la regia occulta dei fatti del 23 maggio 1992 sarebbe del boss italoamericano John Gotti. È lui, secondo il pentito, ad aver inviato un presunto artificiere dagli Stati Uniti per addestrare gli assassini di Falcone.

4 curiosità su Giovanni Falcone

-C’è una curiosità dietro la nascita di Giovanni Falcone: dopo il parto, dalla finestra entrò una colomba, come testimoniato da alcuni familiari presenti.

-Il suo secondo nome, Salvatore, gli fu dato in ricordo dello zio materno caduto tra i Bersaglieri sul Carso. Augusto, invece, fu scelto dal padre di Falcone sull’onda della sua grande passione per la storia di Roma.

-Il suo impegno contro la criminalità organizzata è confluito nel cosiddetto ‘maxiprocesso di Palermo‘, con un bilancio definitivo di 360 condanne inflitte per crimini di mafia, 2665 anni di carcere e undici miliardi e mezzo di lire di multe.

-La storia del giudice è stata oggetto di numerosi film, tra cui quello con Michele Placido, Giovanni Falcone.

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