Intramontabile stella del ciclismo, eroe tra i più grandi dello sport di tutti i tempi: scopriamo il ritratto completo di Gino Bartali, l’uomo che nessuno potrà dimenticare.

La sua parabola agonistica, di imperitura memoria in sella alla sua bicicletta, ha incrociato il regime del ventennio fascista e gli orrori del nazismo. Gino Bartali campione di sport e di umanità, capace di rischiare sull’asfalto come nella vita vera. Soprannominato ‘Ginettaccio‘, è stato il grande rivale di Fausto Coppi. Ecco la sua straordinaria avventura, tra luci e ombre.

Chi era Gino Bartali?

Gino Bartali è nato a Ponte a Ema, in Toscana, il 18 luglio 1914, sotto il segno del Cancro. È famoso nel mondo come ciclista su strada, poi dirigente. Tre volte campione al Giro d’Italia, due al Tour de France e tantissimi podi in numerose competizioni.

La sua forza e la sua grandezza hanno infiammato le corse tra gli anni ’30 e ’50, regalando alla storia una delle più entusiasmanti pagine di sport. Ha gareggiato proprio durante la terribile epoca del fascismo e del nazismo, e secondo alcuni il suo trionfo francese del ’48 avrebbe oscurato la tensione per l’attentato a Toglatti.

Il suo nome è noto non solo per le imprese agonistiche ma anche per quelle umane. Nel 2013, con formula postuma, è stato nominato Giusto tra le nazioni per aver aiutato gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Bartali è morto nel 200, a causa di un arresto cardiaco.

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Chi era la moglie di Gino Bartali?

La grade storia sportiva di Gino Bartali ha avuto una costante imprescindibile: sua moglie Adriana Bani. I due si sono conosciuti quando il ciclista stava iniziando la sua carriera stellare, e il fidanzamento è durato 5 anni.

Il matrimonio, celebrato a Firenze nel 1940, è durato 60 anni – fino alla morte del campione – ed è stato coronato dalla nascita di tre figli: Andrea, Biancamaria e Luigi Bartali.

Adriana Bani è morta nel 2014, all’età di 95 anni, dopo un’intera vita spesa insieme al marito e alla sua splendida famiglia. La storia d’amore è stata raccontata nella miniserie L’intramontabile.

9 curiosità su Gino Bartali

-Gino Bartali è stato inserito nella Cycling Hall of Fame per il numero di vittorie conseguite, dopo Fausto Coppi.

Una delle foto più celebri di Bartali è quella che lo vede insieme a Coppi, suo grandissimo rivale e come lui simbolo del dopoguerra, mentre si passano una bottiglia d’acqua al Tour de France (1952).

-La morte del fratello minore, Giulio Bartali, è avvenuta durante una gara per dilettanti e lo ha spinto a meditare di abbandonare la carriera.

-Nel 1937 è diventato terziario carmelitano assumendo il nome Fra Tarcisio di S.Teresa di Gesù Bambino.

-Nel 1938, il regime fascista lo ha indotto a rinunciare al Giro d’Italia per prepararsi al Tour de France. Durante la premiazione si è rifiutato di fare il saluto romano.

-Tra il 1943 e il 1944 ha lavorato come riparatore di biciclette. È in questo periodo che si è dedicato ad aiutare i rifugiati ebrei. Ha compiuto diversi viaggi in sella alla sua bici per trasportare documenti nascosti nel telaio, utili a garantire la fuga alle vittime del regime nazista.

-Nel 2006, per aver salvato circa 800 ebrei, Ciampi gli ha conferito la medaglia d’oro al merito civile.

-Nel 1992 ha condotto Striscia la notizia, i famoso tg satirico di Antonio Ricci!

-È stato vittima di un incidente stradale, nel 1953, e ha rischiato di perdere una gamba.

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