Da TikTok al colpo del secolo: chi è Doudou Cross Bitume, il ladro da 88 milioni al Louvre

Da TikTok al colpo del secolo: chi è Doudou Cross Bitume, il ladro da 88 milioni al Louvre

Da ex “motocross star” a moderno Lupin: ecco chi è Niakate Abdoulaye, noto con il nome di Doudou Cross Bitume.

Doudou Cross Bitume, alias Niakate Abdoulaye, è il responsabile del furto da 88 milioni di euro alla Galerie d’Apollon del Louvre. Dopo un passato nei video di motocross ha collezionato svariati precedenti penali, prima di essere arrestato ad Aubervilliers, insieme ad un suo complice di nazionalità algerina.

Chi è Doudou Cross Bitume: dettagli biografici e professione

Doudou Cross Bitume, pseudonimo di Niakate Abdoulaye, è originario del Mali (nato attorno al 1986). Della famiglia del maliano, si sa che ha 22 fratelli, e che è figlio di un uomo tornato in Mali dopo il pensionamento e che ha avuto i suoi 23 figli da tre diverse mogli.

Abdoulaye ha svolto lavori saltuari: taxi abusivi e corse clandestine, oltre a commettere dei piccoli furti. Il soprannome “Cross Bitume” deriva dalla sua passione per il motocross urbano, che lo ha reso una figura nota online e nella banlieue parigina.

Alla fine degli anni 2000 ha iniziato a conquistare visibilità in rete, diffondendo su YouTube e Dailymotion diversi contenuti. Successivamente, è sbarcato su TikTok, dove ha condiviso diversi video delle sue imprese su due ruote. Ma sui social ha condiviso anche momenti in palestra e consigli in fatto di motociclette rivolti ai più giovani. Viveva a Parigi di lavoretti, corse clandestine e taxi abusivi.

A fine ottobre 2025, il suo nome ha fatto notizia sulla stampa internazionale per il colpo milionario alla alla Galerie d’Apollon, al Louvre.

Il furto al Louvre: un “colpo per sbaglio” da 88 milioni di euro

Il furto al Louvre, avvenuto il 19 ottobre 2025, è stato definito dai media francesi come il “colpo del secolo” per audacia e valore del bottino. La refurtiva: otto gioielli della Corona di Francia, tra cui diamanti e smeraldi, stimati complessivamente 88 milioni di euro.

Il colpo è andato in scena nella Galleria di Apollo, a museo aperto, di domenica mattina, con visitatori presenti. I ladri hanno forzato le vetrine con dischi taglianti, indossando guanti, giubbotti catarifrangenti e caschi da cantiere per mimetizzarsi tra i lavori di manutenzione. Il DNA di uno dei sospetti è stato rinvenuto sulle vetrine e sugli attrezzi abbandonati sul posto.

I due uomini – identificati come Niakate Abdoulaye ed Ayed Ghelamallah – entrati nel museo intorno alle 10:30, hanno sfruttato una falla nella sicurezza (la password del sistema era banalmente “Louvre”. Dopo aver forzato le vetrine in pochi minuti, sono riusciti a sottrarre i gioielli, per poi fuggire a bordo di due scooter Yamaha T-Max, lo stesso modello usato da Abdoulaye nei suoi video virali. Fuori dal museo, hanno trovato la complicità di altri due uomini: Slimane K. ed un quarto non identificato. I ladri hanno così proseguito la loro fuga nella banlieue nord di Parigi.

In meno di 5 minuti, in pieno giorno, senza armi visibili e senza feriti, i ladri hanno messo a segno un furto alla Lupin, commettendo però degli errori clamorosi. Infatti, hanno lasciato attrezzi e DNA, in più le telecamere li hanno ripresi nitidamente.

I responsabili una volta identificati e fermati hanno messo in scena una difesa surreale. Durante gli interrogatori, Doudou Cross Bitume ed il suo complice Ayed Ghelamallah (34enne algerino) hanno dichiarato di aver creduto che il target fosse solo l’edificio della “piramide” all’ingresso. Convinti che il museo vero fosse chiuso la domenica.

Ma hanno sostenuto anche di agire su mandato di “persone misteriose”, di cui ignoravano l’identità, come pedine di un’operazione più grande. Gli inquirenti hanno dubitato delle loro testimonianze. Abdoulaye al momento del fermo, annoverava 15 precedenti penali, tra cui una rapina del 2014 ad una bigiotteria di Barbès, con lo stesso modus (finti fucili e fuga in T-Max).

Riassumendo, Niakate Abdoulaye (Doudou Cross Bitume), è stato arrestato il 25 ottobre ad Aubervilliers ed accusato di furto in banda organizzata ed associazione a delinquere. Il 5 novembre 2025 è finito a processo per un altro reato minore: danneggiamento di un commissariato nel 2019.

Per quanto riguarda il complice, Ayed Ghelamallah, il suo fermo è avvenuto all’aeroporto di Roissy, mentre si apprestava a fuggire in Algeria. Il terzo complice, Slimane K. e la compagna sono finiti in arresto il 29 ottobre; lui risulta sospettato di aver atteso fuori dal museo. In totale si sono registrati prima del novembre 2025 cinque arresti, inclusi complici secondari, ma il mandante principale è rimasto latitante. Le indagini si sono concentratte su ricettatori in Nord Africa.

Cosa si sa della vita privata di Doudou Cross Bitume

Non ci sono informazioni pubbliche che confermino se Niakate Abdoulaye sia sposato o abbia una moglie/compagna nota.

Dove ha vissuto a Parigi?

Da quanto rivelato dai suoi video di più recente pubblicazione, si è scoperto che ha vissuto nel quartiere Landy di Aubervilles, la sua banlieue natale.

Curiosità su Doudou Cross Bitume

– Prima dell’arresto per il furto al Louvre, Doudou Cross Bitume era una celebrità locale per i video di “cross bitume” (motocross urbano) su TikTok ed Instagram, con slogan come “Toujours plus près du bitume”.

– Nel suo profilo TikTok ha postato video di trick in moto e fitness, con centinaia di migliaia di visualizzazioni totali. Invece su Instagram – dove si presenta come “THE LEGEND” di “CROSS BITUME 93 AUBERVILLIERS” – sono presenti contenuti di: moto, palestra e cultura urbana.

– Inoltre, è presente su YouTube con un suo Canale, che raccoglie diversi video e numerose views complessive. Su Dailymotion, ha un Account legacy per i primi video degli anni 2000.

– La frase che ha reso il caso iconico, è l’ammissione parziale del furto da parte di Doudou Cross Bitume, che ha dichiarato: “Non pensavo fosse il Louvre”.

– Dopo la conferma della sua responsabilità, come ladro dei gioielli della Corona di Francia, i suoi profili social sono stati invasi da meme: “Rendi i gioielli!” o “Che bomba di rapinatore!”.