Caro bimbo: quanto costa mantenere un figlio nel primo anno di vita. Le spese sono in aumento, il governo adotta contromisure.

Allarme rincari sui prodotti per l’infanzia. Negli ultimi mesi c’era la sensazione diffusa che i prezzi per i prodotti necessari per i bambini nel primo anno di vita fossero in aumento. Adesso è arrivata anche la conferma: il ‘caro bimbo’ non si arresta, e anzi è in continua crescita. Un problema non da poco per le famiglie italiane e che costringe il governo ad adottare continue misure per cercare di rendere la spesa maggiormente sostenibile anche per chi ha delle difficoltà di natura economica. Ma quanto costa mantenere un figlio nel primo anno? La risposta è incredibile.

Quanto costa mantenere un figlio nel 2023?

Non è bastata la riduzione dell’Iva al 5% sui prezzi di beni di consumo come latte in polvere, pannolini e simili. Il caro bimbo continua a essere un problema grave e da affrontare in tempi rapidi. Lo hanno confermato i dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che ha aggiornato il monitoraggio delle spese necessarie al mantenimento del bambino nel primo anno di vita.

Mamma triste bimbo che gioca

Stando a quanto trapela, il costo complessivo varierebbe in questo momento da un minimo di 7mila euro fino a un massimo di oltre 17mila. Un aumento vertiginoso rispetto al recente passato. Nel 2021 la spesa era infatti inferiore del 5% per i costi minimi, dell’8% per quelli massimi.

Tutto questo, abbinato alla precarietà del mondo del lavoro e alle sempre maggiori difficoltà per i giovani di trovare un’occupazione stabile, incide in maniera importante, come sappiamo, sull’andamento della natalità in Italia, arrivata al minimo storico. Davanti a dati così preoccupanti, il governo è costretto ad agire, e sono già arrivate le prime contromisure per rendere questo trend meno impattante sul lungo periodo.

Le misure del governo per contrastare le spese infantili

Mentre sempre più genitori cercano di rifugiarsi sull’usato e sui portali online, per garantirsi un risparmio che può andare dal 29% al 24%, il governo sta cercando di agire per cercare di rendere più sostenibili le spese per l’infanzia. Già in questo 2023 le famiglie con figli a carico possono beneficiare dell’assegno unico universale, che spetta per ogni figlio minorenne. Un assegno più sostanzioso rispetto a quello del recente passato.

Oltre all’AU e ad altre misure destinate alle famiglie, esistono altri bonus che dovrebbero aiutare a contrastare proprio i costi dei prodotti della prima infanzia. Ad esempio gli assegni di maternità erogati dai Comuni, conosciuti anche come ‘assegni di base’. Questa misura è stata stanziata in favore delle neo mamme che non hanno copertura previdenziale obbligatoria che possa permettere l’accesso al congedo di maternità previsto dall’INPS. Per ottenere questa agevolazione, riconosciuta per cinque mensilità e pari nel 2023 a 383,46 euro, è necessario però avere un ISEE non superiore ai 19.185,13 euro.

Infine, vale la pena ricordare anche il bonus latte artificiale, rivolto a tutte le mamme che, a causa di condizioni patologiche particolari, non hanno l’opportunità di allattare naturalmente il bambino e di accedere alla banca del latte materno. Questa agevolazione, che arriva fino a un massimo di 400 euro, spetta fino al compimento del sesto mese da parte del bimbo, ma solo se si ha un ISEE non superiore ai 30mila euro.

Agevolazioni e bonus che, pur aiutando in qualche modo ad affrontare un problema atavico, non sembrano poter bastare a invertire una tendenza molto preoccupante. La speranza è che già dal prossimo anno possano calmierarsi i prezzi, per rendere il desiderio di maternità realizzabile per tutti.

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