Buoni pasto verso la soglia dei 10 euro: la proposta che potrebbe entrare in manovra e che potrebbe far aumentare il valore dei ticket.
Il governo sta valutando di introdurre buoni pasto a 10 euro, che, nei fatti, subirebbero un incremento di due euro, visto che, al momento, ammontano a 8 euro per i ticket elettronici: misura che, se approvata, porterebbe nelle tasche dei dipendenti un piccolo incremento del potere d’acquisto. Un proposta che potrebbe, dunque, entrare a far parte, ufficialmente, della nuova Legge di Bilancio. Cosa c’è da sapere in merito.
Buoni pasto a 10 euro, la proposta di Fratelli d’Italia
L’iniziativa è stata proposta dalla senatrice di Fratelli d’Italia, Paola Mancini, componente della commissione Lavoro al Senato, che già in passato aveva avanzato una proposta di legge simile.
Mancini ha spiegato che un buono da 10 euro rispecchierebbe meglio il costo medio di un pasto, cresciuto sensibilmente a causa dell’inflazione che negli ultimi anni ha eroso il reddito disponibile delle famiglie.
Secondo fonti parlamentari, la misura avrebbe un impatto contenuto sui conti pubblici, visto che implicherebbe una spesa inferiore ai 100 milioni di euro.
L’aumento troverebbe spazio nella prossima Legge di Bilancio, inserendosi nel pacchetto di interventi volti a sostenere i lavoratori dipendenti. Oggi la normativa prevede un’esenzione fiscale fino a 8 euro per i buoni elettronici e a 4 euro per quelli cartacei; oltre tali soglie, l’’’importo viene tassato come reddito da lavoro.
Benefici per lavoratori e imprese
Le stime delle associazioni di categoria indicano che il rialzo della soglia potrebbe tradursi in circa 450-500 euro netti all’anno per ciascun dipendente. Non si tratta di una somma in grado di colmare il divario salariale accumulato in trent’anni di stagnazione, però, ad ogni modo, rappresenterebbe comunque un sostegno importante.
Il comparto dei buoni pasto ha un peso economico da non trascurare in quanto, secondo dati recenti, il settore contribuisce per circa lo 0,75% al PIL nazionale, occupando oltre 220.000 persone.
Nel solo 2023, il gettito IVA legato a questo strumento ha garantito allo Stato oltre 400 milioni di euro. Inoltre, dal 1º settembre 2025 è entrato in vigore un tetto massimo del 5% sulle commissioni applicate agli esercenti, riducendo, così, i costi per bar, ristoranti e supermercati convenzionati.
L’aumento della soglia esentasse dovrebbe – dunque – rappresentare una strategia più ampia volta a rafforzare il welfare aziendale e a stimolare i consumi.
