“Porta a Porta è un programma d’intrattenimento”: Bruno Vespa su tutte le furie

“Porta a Porta è un programma d’intrattenimento”: Bruno Vespa su tutte le furie

Bruno Vespa si infuria a Porta a Porta dopo che un ospite definisce la trasmissione “intrattenimento”: cos’è successo.

Momenti di tensione durante l’ultima puntata di Porta a Porta. Nel corso della trasmissione dedicata al delitto di Garlasco, Bruno Vespa ha reagito con evidente fastidio a un commento di uno degli ospiti in collegamento. L’episodio è rapidamente diventato virale, e ha attirato l’attenzione dei social e del pubblico televisivo, sorpreso dal tono insolitamente acceso del conduttore, solitamente pacato e misurato. Tutto è nato da una frase che, in pochi secondi, ha cambiato l’atmosfera della diretta.

“Porta a Porta è un programma d’intrattenimento”: la frase che fa infuriare Vespa

Durante la puntata, l’avvocato Massimo Lovati, ex legale di Andrea Sempio, ha espresso un commento che ha infiammato lo studio: “Non siamo in un’aula di tribunale, siamo in un programma come tutti gli altri di intrattenimento“.

La definizione ha immediatamente irritato Bruno Vespa, che non ha esitato a interrompere l’ospite per ribadire la natura informativa del suo programma. “Facciamo informazione” ha replicato seccamente il giornalista, visibilmente contrariato.

A intervenire in difesa del conduttore è stato anche il direttore di Oggi, Andrea Biavardi, che ha sottolineato: “Faccio il giornalista da 45 anni e non faccio intrattenimento sugli omicidi. Mi dispiace, ma io l’intrattenimento lo divido dall’informazione“. Nonostante il tentativo di stemperare la tensione, Lovati ha continuato a ribadire la propria opinione, provocando la reazione definitiva di Vespa.

La replica del conduttore: “Vede qualcuno ballare o aprire pacchi?”

Deciso a chiarire il proprio punto di vista, Bruno Vespa ha risposto con ironia: “Abbia pazienza, scusi. Vede qualcuno ballare? Oppure vede qualcuno giocare? Vede qualcuno appeso ai lampadari? Vede qualcuno che apre i pacchi? E no, quella è un’altra cosa, eh“.

Le sue parole, seguite da un silenzio teso, hanno sancito la fine del confronto, ma non delle polemiche.