La Regione Siciliana stanzia 600mila euro per il bonus bebè rivolto ai nuovi nati del primo semestre 2025: un aiuto economico per sostenere le famiglie con redditi più bassi.
Sono complessivamente 600mila euro le risorse che la Regione Siciliana ha deciso di destinare alla prima tranche del bonus bebè, misura che punta a sostenere economicamente i genitori di bambini nati e/o adottati tra il 1° ottobre 2024 e il 31 marzo 2025. L’Assessorato regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali ha pubblicato l’elenco dei 600 nuclei ammessi al contributo, ognuno dei quali riceverà mille euro.
Bonus Bebè in Sicilia, stanziati 600mila euro per i nuovi nati
I fondi verranno trasferiti ai Comuni che hanno inoltrato le richieste e che dovranno poi occuparsi dell’effettiva distribuzione alle famiglie beneficiarie.
Si tratta di un aiuto economico che, pur nella sua entità contenuta, rappresenta per molte famiglie un grande supporto in un periodo caratterizzato da spese rilevanti, legate alla nascita o all’arrivo di un bambino.
L’assessore regionale Nuccia Albano ha ribadito che l’iniziativa nasce con l’intento di offrire un aiuto ai nuclei in maggiore difficoltà economica.
Ha inoltre evidenziato che puntare sulle famiglie significa investire sul futuro della collettività, promuovendo la crescita, il benessere e la serenità dei più piccoli.
L’assessorato continuerà, ha spiegato, a lavorare per rendere questi strumenti sempre più efficaci e accessibili, consolidando il ruolo della famiglia come fulcro delle politiche sociali siciliane.
Chi può fruire dell’incentivo
Il bonus bebè è rivolto ai genitori residenti in Sicilia al momento del parto e/o dell’adozione, oppure a chi esercita la patria potestà, a condizione che l’indicatore ISEE non superi i 10.140 euro.
Tale soglia corrisponde al limite massimo stabilito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per l’Assegno di Inclusione.
La Regione, inoltre, ha comunicato che entro il 31 dicembre 2025 sarà pubblicato il secondo elenco di beneficiari, che comprenderà i nati del secondo e terzo trimestre dell’anno, ossia tra il 1° aprile e il 30 settembre. Anche in questo caso, i Comuni avranno il compito di gestire i fondi e procedere all’erogazione ai nuclei familiari aventi diritto.
