Nelle sale dal 30 gennaio le avventure di Belle e Sebastien che negli anni ’80 incollarono alla tv migliaia di piccoli telespettatori.

Paesaggi selvaggi, una natura indomita, l’amicizia tra uno splendido cane ed un bambino dallo sguardo profondo: gli ingredienti del successo ci sono tutti.

C’è quindi da scommetterci: “Belle e Sebastien” riempirà le sale anche in Italia dopo il clamoroso risultato al botteghino ottenuto in Francia.  Il film, uscito oltralpe prima di Natale, in pochi giorni ha incassato ben 30 milioni di dollari.

Difficile quindi che il pubblico nostrano  resti insensibile alle avventure di Belle, splendido  cane pastore dei Pirenei, e del piccolo Sebastien.

Il film, del regista francese Nicolas Vanier, documentarista che per 25 anni ha esplorato, come un Jack London dei nostri giorni, i territori ancora selvaggi del pianeta, uscirà giovedì nelle principali sale italiane.

La storia di Belle e Sebastien non è nuova. Chi era bambino negli anni ’80 ricorderà la celebre serie televisiva di anime giapponese che ora viene riproposta sul canale Boing del digitale terrestre.

Prima del  cartone le avventure di Sebastien e del suo amico a quattro zampe erano già state portate sui piccoli schermi sia in Francia e poi successivamente negli altri paesi, a partire dagli anni ’60, da un telefilm ispirato ai racconti di Cecile Aubry.  In “Belle et Sebastien” il figlio di Cecile, Mehdi El Glaoui, interpretava il protagonista, nel film invece interpreta un montanaro di nome Andrè.

Rispetto al cartone il film introduce più di un elemento di novità. A cambiare sono i luoghi  ed il contesto storico. Belle e Sebastien vivranno le loro rocambolesche avventure negli anni della  II Guerra Mondiale. Il filo della narrazione inizia a dipanarsi dal 1943.

Sebastien, interpretato da un bravissimo Félix Bossuet, vive con il nonno in un paesino di montagna della Savoia ai confini con la Svizzera.

Nel villaggio alpino si scatena una caccia a quel cane randagio ritenuto responsabile delle stragi di pecore. Gli uomini del paese, tra cui il nonno Cesar, sembrano non avere dubbi: quella bestia deve essere eliminata. Ma Sebastien  quel cane l’ha conosciuto da vicino, sa che non è lui ad aver ucciso le pecore. Si tratta solo di un dolcissimo pastore dei Pirenei, in fuga da un padrone violento.

Intanto la pace della montagna è turbata dalle truppe naziste che risalgono la valle, il film è stato girato nella valle dell’Haut Moulin, in cerca degli ebrei in fuga verso la salvezza rappresentata dalla vicina Svizzera.

La fotografia, vista anche l’esperienza del regista, lascia lo spettatore a bocca aperta. Il grandioso paesaggio delle Alpi è ripreso nel mutare delle stagioni. Un aspetto che ha reso senza dubbio più affascinante il film ma che ha creato non poche difficoltà alla troupe.

cane di montagna dei pirenei
cane di montagna dei pirenei

«Mai fare un film con un cane un bambino, diceva Billy Wilder, io aggiungo,  e in esterni d’alta montagna». Così il regista Vernier alla presentazione di “Belle e Sebastien” al Festival del Cinema di Roma lo scorso novembre. La pellicola era stata selezionata fuori concorso per la sezione “Alice nella Città”  ottenendo già in quell’occasione una critica unanime.

«Un fenomeno che non smette di stupire. Nell’odissea vissuta da Belle e Sebastien, tra severi paesaggi montuosi, non ci sono super eroi nè maghi, né elfi. Solo persone vere, di carne, di ossa e di peli» commenta Fulvia Caprara de La Stampa.

Un film, “Belle e Sebastien”, che può aiutare i piccoli di oggi a desiderare spazi aperti e libertà che troppo spesso computer e consolle comprimono sempre più.

Andrea Formagnana.

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ultimo aggiornamento: 26 Gennaio 2022 8:56


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