Conto alla rovescia per le auto da rottamare entro il 2026: in arrivo restrizioni severe per chi guida veicoli vecchi e inquinanti.
Il conto alla rovescia è iniziato: entro il 2026 una parte consistente delle auto in circolazione dovrà essere sostituita. Non si tratta di un annuncio isolato, ma di un passaggio previsto dal piano europeo di riduzione delle emissioni, che impone agli Stati membri di accelerare il ricambio dei veicoli più vecchi ed inquinanti. In Italia, la misura riguarderà soprattutto le automobili più datate, oggi considerate fuori standard rispetto ai parametri ecologici fissati da Bruxelles.
Auto da rottamare entro il 2026: le regole dell’UE
Le nuove regole riguarderanno i veicoli con motori Euro 3 ed Euro 4 e, in alcune aree urbane, anche gli Euro 5, modelli che spesso risalgono a prima del 2011.
Queste auto, ancora diffuse soprattutto nelle zone periferiche, emettono quantità di ossidi di azoto e particolato ormai incompatibili con le soglie europee di sicurezza ambientale. In questo modo, dunque, si punta a ridurre drasticamente l’inquinamento dell’aria, allinenado, al contempo, il parco auto nazionale agli standard del Green Deal europeo.
L’impatto economico non sarà trascurabile. Molti proprietari dovranno affrontare spese importanti per sostituire il proprio mezzo, e non tutti potranno farlo senza aiuti. Tuttavia, la linea del governo resta ferma: la deroga non è prevista, e la scadenza del 31 dicembre 2026 rappresenta un termine invalicabile.
Incentivi e prospettive per una mobilità più sostenibile
Per alleggerire il peso della transizione, sono stati confermati e potenziati i bonus per chi decide di rottamare il vecchio veicolo.
Gli incentivi possono arrivare fino a 7.000 euro per l’acquisto di modelli elettrici o ibridi plug-in, con contributi minori per le vetture a metano e GPL.
Secondo le proiezioni del Ministero dell’Ambiente, la sostituzione dei veicoli più inquinanti potrebbe ridurre le emissioni di CO₂ del 40% entro il 2030. Un obiettivo ambizioso, che richiederà non solo investimenti pubblici e privati, ma anche una maggiore consapevolezza collettiva.
