Oscar Pistorius, l’ex campione paralimpico sudafricano accusato dell’omicidio della sua fidanzata, Reeva Steenkamp, la notte di San Valentino del 2013.

Una parabola dal sapore cinematografico, ma disperatamente e sanguinosamente reale. Oscar Pistorius omicida di Reeva Steenkamp. Oscar Pistorius che ha sfidato i limiti dell’essere umano, il primo corridore con due protesi al posto della gambe che dopo una lotta di anni è riuscito a strappare il diritto a correre alle Olimpiadi, un simbolo e un esempio assoluto per chi ha sempre pensato di “potercela fare” ha ucciso la sua donna nel giorno di San Valentino.

Quattro colpi di pistola, diversi in testa quelli che ha sparato Oscar Pistorius. La tragedia alle quattro del mattino, ora di Pretoria, Sud Africa.

“Pensavo che fosse un ladro entrato in casa. Invece era la mia fidanzata, voleva farmi una sorpresa di San Valentino.”, ha spiegato alla polizia il corridore.

Una versione, inizialmente diffusa anche dalla stampa locale, a cui però le forze dell’ordine non credono. L’accusa è quella di omicidio volontario. Troppi i punti che non tornano. Possibile che la “sorpresa” di San Valentino la si faccia alle quattro del mattino? Possibile sparare quattro colpi prima di rendersi conto di aver aperto il fuoco contro la propria donna? Possibile entrare in quella che gli inquirenti hanno definito “una villa super-protetta, vigilata giorno e notte”? Difficile. Molto difficile. Il cerchio attorno a Pistorius si stringe. Il mito, la leggenda, evapora in poche ore, surriscaldato da un sospetto troppo infamante.

La vittima è Reeva Steenkamp, bionda, bellissima: la vita della modella sudafricana è stata spezzata dai quattro colpi di pistola di Oscar Pistorius. A rendere sempre più pesanti i sospetti le voci del vicinato e della polizia, che danno conto di “precedenti incidenti” e “segnalazioni per violenze domestiche”. Il portavoce della polizia sudafricana ha annunciato che si opporrà al rilascio su cauzione del campione: un indizio significativo per comprendere quello che la polizia pensa che sia davvero successo. E poi, ancora, i vicini hanno riferito agli inquirenti di “urla e grida” provenienti dalla casa di Oscar Pistorius poco prima dell’incidente: possibile che per una sorpresa si possa gridare a lungo?

Come detto, secondo le prime versioni – mai confermate dalla polizia – fornite inizialmente dai media sudafricani non si sarebbe trattato di un raptus o di un omicidio premeditato, ma di una pazzesca tragedia: l’idea della sorpresa, appunto, il terrore di Oscar Pistorius e una mostruosa, orribile fatalità. La Steenkamp sarebbe entrata nella casa con le proprie chiavi. Dopo averla colpita, Oscar Pistorius ha chiamato i soccorsi.

Pistorius resterà nella storia per essere stato il primo uomo con le gambe amputate a correre alle Olimpiadi, quelle di Londra 2012: corse indossando protesi in fibra di carbonio e nei 400 metri, la sua specialità, raggiunse le semifinali. Nella sua carriera, Pistorius ha dominato nei giochi paralimpici: sei ori, un argento e un brongo tra Atene 2004 e Londra 2012. Da bambino la tragedia: per una gravissima malattia, le sue gambe furono amputate, sotto le ginocchia. Oggi, a 26 anni, una seconda tragedia: l’omicidio, colposo o volontario che sei, della sua fidanzata.

Emanuela Bertolone.

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ultimo aggiornamento: 11 Settembre 2014 11:31


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