Grande soddisfazione per l’Italia che Cannes torna a premiare  “Le meraviglie” e si porta a casa il Grand Prix. Due anni dopo Matteo Garrone con “Reality”, Alice Rohrwacher agguanta lo stesso importante riconoscimento.

Sembrerebbe che la Loren sia un vero porta fortuna: come fu di buon auspicio agli Oscar annunciando il premio a Benigni per “La vita è bella”, ha portato porta bene all’Italia anche questa volta ad Alice Rohrwacher con “Le meraviglie”.

Grande soddisfazione per la regista italiana alla sua seconda opera aggiudicandosi il Grand Prix, il premio più importante dopo la Palma d’oro, che l’ha resa la prima donna regista premiata alla Croisette.

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Tanta emozione  è chiaramente trapelata sul palco, quando ha ritirato il riconoscimento alternando confusamente italiano a francese e frasi a mozzicone, ispirando un’immensa dolcezza.

Alice Rohrwacher, 32 anni, conosciuta come sorella minore dell’attrice Alba,  finora era poco conosciuta  Ma i cinefili più attenti l’hanno di sicura notata con la sua opera prima del 2011, Corpo celeste, storia di adolescenza e crescita ambientata a Reggio Calabria, tra sacramenti religiosi, rituali arcaici e consumismo contemporaneo. Il Festival di Cannes lo aveva già apprezzato inserendolo nella Quinzaine des réalisateurs.

Nata a Fiesole, Toscana, il 29 dicembre 1981, quel cognome difficile da pronunciare deriva da suo padre tedesco, apicoltore che alleva api sulle colline ternane, a Castel San Giorgio, terra d’origine della madre. Dopo gli studi classici e il master in sceneggiatura, vive le sue prime esperienze  nell’ambito di musica e documentari, lavorando principalmente come montatrice e musicista per il teatro. Il suo passato nel settore documentaristico emerge ora nei suoi due lungometraggi, nel naturalismo delicato con cui disegna le quotidianità Le meraviglie, infatti, racconta tanto dell’infanzia di Alice: il lavoro con le api, la campagna del Centritalia, una famiglia dagli strani accenti. L’ ispirazione arriva dalla sua esperienza, nonostante ci tenga a specificare che non sia una storia autobiografica.

Alice Rohrwacher ha raccontato di sé nella rivista culturale Lo Straniero n.167:

“Arriva sempre il momento in cui qualcuno ti chiede da dove vieni. Vorrei tanto rispondere con una sola parola, come ‘Roma!’, ‘Milano!’, ma invece mi ritrovo a spiegare che vengo da una zona di confine tra Umbria-Lazio e Toscana, là dove le identità sono tutte sfaldate, in campagna. Ecco, questo è stato il primo istinto che mi ha spinto a lavorare sulle Meraviglie: il disagio che si pensi alla campagna, o ai piccoli paesi che la costellano, come luoghi ‘puri’, fuori dal tempo, e quindi fruibili, perché non possono mai mutare. Ma visti dal di dentro (o forse visti lateralmente), quei luoghi non sono così, e la purezza è solo una prigione a cui si sono consegnati per avere in cambio un pasto caldo al giorno”.

Licia De Pasquale.

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ultimo aggiornamento: 27 Maggio 2014 15:47


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