Alberto Sordi non trova pace nemmeno dall’aldilà. Dopo la recente scomparsa della sorella si apre la questione spinosa riguardante il suo patrimonio.

Alberto Sordi, deceduto nel 2003 ma che vivrà per sempre nei ricordi di tutti gli appassionati di cinema italiani e non solo, probabilmente avrebbe molto da dire nelle vesti dei suoi personaggi su quanto è accaduto dopo il suo passaggio a miglior vita. La morte di sua sorella Aurelia, avvenuta domenica scorsa, non soltanto porta via l’ultima persona rimasta della sua grande famiglia, ma apre anche la spinosa questione sull’eredità del suo patrimonio, stimato attorno ai trenta milioni di euro.

Già, perché purtroppo di gente senza scrupoli se ne incontra a profusione e la sorella di Alberto Sordi una volta diventata incapace di intendere e di volere fu vittima di un raggiro. L’autista peruviano Vicente Arturo Artadi Gardella, al servizio della famiglia di Alberto Sordi da ben 23 anni, riuscì a farsi nominare procuratore generale dell’eredità e a farsi regalare da Aurelia una cifra pari a 400mila euro. L’avvocato Francesca Piccolella e il notaio Gabriele Sciumbata, complici, formalizzarono gli atti senza aver ricevuto nessun incarico in merito dalla sorella di Alberto Sordi e ricevettero rispettivamente 18.400 euro e 10.484 euro.

Naturalmente attorno a tutta questa torbida vicenda c’è un processo in atto che dovrà stabilire bene le modalità di eredità, ma in molti, fra cui Dario Franceschini, hanno chiesto che la villa dove abitavano diventi un museo sull’Albertone nazionale.

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ultimo aggiornamento: 14 Ottobre 2014 10:24


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