La natura, oltre alle fibre vegetali per produrre tessuti offre anche la possibilità di mixare moda e cibo creando nuove tendenze fashion per il 2014-2015.

Dalle tinture alla liquirizia utilizzate nei nuovi capi da Vivienne Westwood alle fibre di agrumi di Adriana Santocito ed Enrica Arena con Orange Fiber fino alle borse-scrigno di Vitussi in fibra di ficodincia: moda e cibo tornano a legarsi con il guardaroba contemporaneo.

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Piante, semi e frutta commestibile da indossare, ma soprattutto di tinture a base di ‘ingredienti’ naturali, i popoli antichi ne sapevano più di noi, già diversi millenni orsono. Fin da allora la tintura di fibre naturali e tessuti avveniva sfruttando le proprietà coloranti di alcune erbe.

Le prime tracce di utilizzo della tintura, risalgono addirittura al periodo neolitico: Nel villaggio neolitico presso il lago di Ledro in Trentino sono stati trovati reperti che recano tinture ottenute da robbia, guado e uva orsina. Così gli Egizi tingevano il lino nella gamma dei gialli e dei rossi con l’henné, il cartamo, lo zafferano, la curcuma, grazie anche alla possibilità di usare come mordente l’allume, di cui possedevano giacimenti. In Mesopotamia sin dal IV millennio a.C. si tingeva la lana con colori brillanti: Caldei e Babilonesi apprezzavano la ricchezza dei colori e lo sfarzo nell’abbigliamento. Avevano messo a punto una tecnica per mescolare i colori della lana che tingevano in fiocco durante la filatura. Gli ebrei tingevano in matassa, usando il kermes, un parassita della quercia, i mirtilli, le galle di quercia e il bitume del mar Morto per ottenere il nero. I più conosciuti tintori del Mediterraneo furono i Fenici, cui si deve la scoperta, a metà del XV secolo a.C., della tintura ricavata dai molluschi della famiglia murex che dava il colore porpora.

In Italia, da alcuni anni, è in corso una vera e propria riscoperta della possibilità di tingere i tessuti attingendo direttamente dal mondo vegetale: camomilla per ottenere il giallo, radici di ortica per il verde, robbia per il rosso. In una formula casalinga si portano all’ebollizione lino o cotone imbevuti nelle tinture naturali per poi fissare i colori immergendo i teli in un composto con un quarto di aceto bianco e tre quarti di acqua.

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Oggi, in tema di eco sostenibilità, le grandi possibilità creative offerte attingendo alle risorse naturali sono state riscoperte: erbe, piante, semi e frutta commestibile da indossare, ma soprattutto tinture a base di ‘ingredienti’ naturali, note fin dall’antichità, fanno tendenza.

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ultimo aggiornamento: 29 Marzo 2022 10:01


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